Abbiamo spesso parlato di “vivere in una scatola”… ma di cosa si tratta?
La scatola é una metafora che ben identifica la nostra zona di comfort che non solo ci siamo costruiti, ma da cui difficilmente riusciamo a staccarci.
Ma cos’è in realtà la zona di comfort? È quello spazio che riteniamo sicuro e in cui ci sentiamo bene.
Rimanere e muoversi nella zona comfort alimenta molte delle nostre illusioni: pensiamo di poter controllare il futuro ripetendo sempre gli stessi gesti e optando per gli stessi comportamenti; diventa uno stuolo verso le incertezze di domani, quindi quanto è utile farlo? Perché abbandonare un ambiente conosciuto in favore di uno sconosciuto? La risposta è molto semplice: perché tutte le performance, con il tempo, tendono ad appiattirsi!
Tendiamo ad accontentarci, a ridurre gli sforzi, continuando a percorrere la stessa strada di sempre. Ci si accontenta perché l’abitudine è un antidoto contro la paura di assumersi un rischio non calcolato. Anche se diciamo sempre che la frase “abbiamo sempre fatto così” è il nemico numero 1 della crescita, di fatto il nostro subconscio tende a fare di tutto pur di farci procrastinare il momento del cambiamento: rimanere immobili è più sicuro che prendere una strada che non sappiamo dove porta…
Il mondo in realtà è in continuo movimento e cambiare diventa necessario!
Per raggiungere risultati concreti come possiamo portare un cambiamento? Rompendo la catena delle abitudini…
Ad esempio perché non provare un cibo nuovo che non si è mai voluto assaggiare? O cambiare percorso per andare al lavoro scegliendo una strada nuova? O provare un nuovo approccio al modo di interagire con te stesso e con gli altri?
Bisogna spezzare la catena dell’ordinario provando a cambiare strada – in senso metaforico o reale – e sopratutto aprire quella scatola in cui ci siamo rifugiati seguendo i nostri paradigmi per guardare oltre…